Lucentini’s Library

Form by: Silvana Ciuonzo, Antonio Piccolo

 

 

F.L. Records

 

Il Fondo Lucentini raccoglie parte della biblioteca del prof. Paolo Lucentini (Macerata 1937 - Firenze 2011), ordinario di Storia della Filosofia Medievale presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale.

 

Il Fondo, donato al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali (DISUS) dell’Orientale dagli eredi Maria e Massimo Lucentini, è costituito da 530 volumi e comprende:

1. Monografie di autori del pensiero antico, tardo-antico, medievale

2. Opere sulle tradizioni dell'Oriente: egiziane, babilonesi, greche, ebraiche, arabe

3. Testi di storia del Cristianesimo tardo-antico e medievale

4. Studi di Storia, Filologia e Filosofia medievale

5. Opere sull’Ermetismo e l’Esoterismo magico-astrologico

6. Studi sulle Eresie ed i Platonismi medievali

7. Trentadue volumi della prestigiosa collezione del Corpus Christianorum  - Series Latina

8. Settantadue volumi della collezione del Corpus Christianorum - Continuatio Mediaevalis

9. Strumenti di consultazione del Corpus Christianorum (concordanze, glossari e repertori).

 

I volumi sono contraddistinti dalla sigla F.L., Fondo Lucentini, e sono disposti in tre librerie.

Due librerie accolgono classici e testi filosofici, ovvero le fonti dirette del pensiero, nonchè testi di critica e di studio. Assieme ai testi della tradizione occidentale sono presenti anche testi e studi delle tradizioni ebraica, bizantina, islamica.

Molto significativa è la presenza di manuali e testi di argomento paleografico che rivelano quanto la ricerca del prof. Lucentini si fondasse sulla lettura diretta delle fonti manoscritte.

Una terza libreria accoglie i testi del Corpus Christianorum, nelle sue due articolazioni Series latina e Continuatio medievalis, costituendo così già solo visivamente un vero e proprio palco d'onore per i Padri della Chiesa ed i filosofi del Medioevo.

 

I volumi sono stati integralmente letti e studiati dal suo Possessore. Numerose glosse costellano i testi dei filosofi antichi, quali Platone, Aristotele, Plotino, e dei pensatori moderni e contemporanei, quali Rosseau, Kant, Wittgenstein, Sartre, Gadamer.

Annotazioni ai margini, commenti, richiami, cancellature fanno capire che molti di questi libri sono stati utilizzati anche come dei veri e propri materiali di lavoro.

 

A titolo d'esempio, si presenta qui il caso del Liber viginti quattuor philosophorum, nell'edizione HUDRY 1989. L'esemplare Lucentini (F.L. 135) è infatti illustrato da numerose ed interessanti annotazioni autografe dello Studioso.

Il Liber è un apocrifo della tradizione ermetica, redatto nella seconda metà del secolo XII ed attribuito ad Ermete Trismegisto. Il prologo narra di un convegno di ventiquattro filosofi ai quali non resta che un solo punto in questione: Quid est Deus. Stabilito allora un periodo di riflessione, in un nuovo incontro ciascuno dei Ventiquattro avrebbe esposto la propria idea di Dio in forma di sentenza.

Del Liber viginti quattuor philosophorum esistono tre diverse redazioni: una prima in cui le ventiquattro definizioni sono seguite da un breve commento; una seconda dove al primo commento ne segue un altro maggiormente articolato; una terza composta dalle sole sentenze, senza alcun commento.

L'autore della prima versione secondo la storiografia tradizionale, condivisa da Lucentini, è ascrivibile alla scuola di Chartres e rivela una profonda conoscenza del neoplatonismo, del cristianesimo, dell'aristotelismo e dei metodi teologici del suo tempo.

Le prime due definizioni avranno grande fortuna nel corso del Medioevo, sino alla Modernità, e per la loro forza evocativa è qui opportuno ricordarle:

- Deus est monas monadem gignens, in se unum reflectens ardorem (Dio è una monade che genera una monade e in sè riflette un solo fuoco d'amore)

- Deus est sphaera infinita cuius centrum est ubique, circumferentia nusquam (Dio è una sfera infinita, il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo).

L'immagine della sfera infinita sarà ancora ripresa nel Rinascimento da Giordano Bruno in De la causa, principio, et uno (1585) per magnificare la rivoluzione cosmologica di Copernico e la nuova visione del mondo; per divenire infine, nella prima stesura dei Pensieri di Pascal, una spaventevole sfera, immagine di un mondo disanimato, abisso e labirinto per l'animo umano.

 

Focalizzando l'attenzione sull'esemplare HUDRY 1989 presente nel Fondo, è possibile rilevare che le annotazioni di Lucentini sono puntuali, spesso stringenti (si riporta a titolo di esempio l'annotazione "testo e traduzione incomprensibili!").

Ciò nonostante tra i due studiosi, Lucentini ed Hudry, esisteva una proficua collaborazione, come attesta la successiva pubblicazione nel 1997 della più completa edizione critica del Liber viginti quattuor philosophoruma cura della stessa Hudry nella collana dell'Hermes Latinus, diretta per l'appunto da Lucentini per il Corpus Christianorum.

 

Questa seconda edizione Hudry presenta il testo pseudo-ermetico nelle tre redazioni menzionate in precedenza (sentenze seguite da commento breve; sentenze e commento lungo; solo sentenze), e non mostra più le varianti che talora avevano suscitato la critica attenta di Lucentini (valga per tutti l'esempio di "ut centrum > ut continuum").

 

Sulla base di questa nuova e più rigorosa edizione, Lucentini proporrà la sua importante traduzione del testo in lingua italiana, per la pregevole collana Piccola Biblioteca Adelphi, che ha conosciuto dal 1999 ad oggi tre edizioni; nonchè nel 2000 curerà ancora una edizione del fortunato opuscolo medievale in traduzione spagnola.